Lo Yoga Ratna (Ratna significa in sanscrito “perla”, gioiello, ciò che di luminoso abbiamo dentro di noi e che proviamo a far risplendere anche al di fuori di noi attraverso la pratica dello yoga) è uno yoga creato dalla maestra Gabriella Cella, integrando le tradizioni antiche con la sua personale creatività nata da anni di pratica. Accanto alla cura dell’aspetto fisico delle posizioni (“asana”), l’aspetto simbolico in questo tipo di yoga è molto importante; eseguendo le varie asana, che si riferiscono al mondo divino, umano, animale, vegetale, possiamo infatti risvegliare degli aspetti, delle qualità, che già esistono in noi, magari un po’ addormentate, e rivivendole renderle più presenti e consapevoli; in questo modo sperimentiamo molteplici aspetti dell’essere.
Questo tipo di yoga è particolarmente sensibile alle problematiche femminili, alle stagioni della donna, ampliando una visione originariamente soprattutto “maschile” dello yoga.
Con lo studio dello Yoga Ratna, attraverso il simbolo, sono riuscita ad attingere più profondamente ai diversi aspetti della mia personalità ed alle mie energie interiori, a risvegliarle, a potenziarle, ad armonizzarle; questo è stato di grande aiuto nel mio percorso di evoluzione personale.
Attraverso la pratica ho infatti conosciuto meglio ed accettato alcuni aspetti di me che mi piacciono meno, cercando di correggerli ed integrarli, e di rafforzare nello stesso tempo i lati più “deboli”.
Il percorso dello Yoga Ratna, il gioiello dello yoga, attraverso la varietà delle forme risveglia la nostra creatività e le dà espressione, mettendoci in contatto in modo dolce con le energie interiori già presenti in noi.
Ci permette infatti di avvicinarci a loro e conoscerle in modo prima di tutto “fisico”, con la mente e il cuore stabili e tranquilli, grazie all’attenzione al respiro che si fa calmo e regolare.
Anche il percorso yogico diventa in questo modo uno strumento di autoconoscenza e in fin dei conti di guarigione.
Come molti studiosi hanno riconosciuto, il simbolo ha per l’essere umano un grande valore conoscitivo, di crescita spirituale:
“Grazie al simbolo l’energia individuale
è “risvegliata” e trasmutata in un atto spirituale.”
Mircea Eliade
Per quanto riguarda la sua valenza nella terapia Carl Gustav Jung è stato lo psicoterapeuta che più di ogni altro si è occupato di simboli nella storia della psicologia del profondo. Per Jung il simbolo è portatore di un contenuto che non riesce ad essere espresso altrimenti.
Negli anni di studio presso la scuola SIYR il simbolo è stato sempre presente: nella pratica la maestra Gabriella Cella ci ha sempre sollecitati a percepire l’aspetto simbolico delle forme che il nostro corpo andava assumendo.
Marilia Albanese, insegnante di cultura hindu, ci ha guidati nella conoscenza della cultura indiana illustrandoci la straordinaria ricchezza di simboli che essa presenta:
“E’ sempre bene ricordare il grosso valore del simbolo, che, come dice la sua etimologia, ha il compito di collegare i diversi stati interiori, le diverse modalità del nostro essere, quindi crea veramente dei ponti tra le parti un po’ sparse di noi. Il simbolo è misterioso, nel senso che il suo modo di vibrare non può essere né codificato, né predeterminato.”
Nelle lezioni di anatomia e fisiologia la ginecologa Fiorenza Zanchi ha evidenziato sorprendenti, per me, analogie tra la fisiologia mistica del corpo, frutto delle intuizioni degli antichi yogin, espressa attraverso simboli, e le caratteristiche e le funzioni del corpo umano.
“Il simbolo comunica l’archetipo, qualcosa che è universale.”
Il mio percorso di vita è indirizzato a far emergere la perla, “ratna”, che è dentro di me come in tutti gli esseri umani, e, attenuando le “opacità”, a far risplendere la sua luce anche all’esterno.
E’ questa la proposta che provo ad offrire ai miei allievi e che trova una risposta spesso entusiastica e per me molto incoraggiante per continuare il cammino e la ricerca sia nella mia pratica individuale che nell’insegnamento.
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